"Sodomia" dal '300 al '600
San Tommaso d'Aquino (1225-1274) diceva che le prostitute sono "altrettanto necessarie quanto le cloache di un palazzo, se non si vuole che l'intero edificio divenga fedito". Tutti noi potremmo pensare che questo gigante della chiesa fosse cosi illuminato e moderno da accettare la prostituta come cura di tanti mali, ma sarebbe un errore di valutazione. San Tommaso dice cosi per arginare un problema sociale molto più pericoloso: la Sodomia, non solo quella eterosessuale ma soprattutto quella omosessuale. Meglio un amore mercenario, ma eterosessuale e consumato con parti create da Dio, piuttosto che "a partibus posterioribus" con un "buggerone e poppatore", chiamati qualche volta cosi i sodomiti.
Per sodomiti si intendeva un rapporto sessuale fra uomini, cioè coloro che lo facevano al di fuori del "debito luogo" o "vaso naturale", cosi esordisce il cardinale Antonino. Non solo la chiesa ma anche le istituzioni civili considerano la sodomia un problema molto grave. Per contrastare il "vizio nefando" sono istituiti gli Ufficiali di Notte (1432-1502), dove un certo Doffo di Nepo degli Spini, confaloniere di giustizia, è un fervente sostenitore. Questo integerrimo personaggio, nella primavera del 1432, viene accusato di avere sodomizzato "inter tibias" un giovane quattordicenne e data la sua vicinanza alla potente famiglia Spini, pagò solo un multa.
La repressione sessuale del trecento, che non ottenne grandi risultati, segue nel quattrocento una inversione di tendenza con un cambio di società e di cultura. Firenze, attraverso questo cambiamento, subisce un crollo demografico impressionante; Firenze nel 1410-15 da sessantamila abitanti scende a trentasettemila ventanni dopo. Colpa certamente della peste e delle guerre ma anche degli adulteri, dei matrimoni che costano troppo, dei costumi immorali e della sodomia che stava dilagando in tutti gli strati sociali, insomma, godi l'oggi e non pensare al futuro (vi ricorda il presente?). Era il momento di prendere misure drastiche, anche punitive. Il governo della città e gli ecclesiasti, pensano, che se gli uomini tornano ad apprezzare il "vaso naturale" ci avrebbero trovato cosi tanto gusto da tornare dalle loro mogli e ingravidarle e ripopolare una città in decadenza, ecco il vero motivo di una certa tolleranza nei confronti delle prostitute. Il ragionamento non fa una grinza, ma come sempre accade quando si parla di persone non funziona. Andiamo per gradi e cerchiamo di farci un'idea di quello che successe.
La pederastia ha avuto cosi tanta fama, che dai francesi, viene battezzata "vizio fiorentino" mentre i tedeschi "Florenzer" e l'atto in se "Florenzen", questa antipatia nei nostri confronti dura tutt'ora e noi ricambiamo con molta simpatia e tanto fervore. Non serve a nulla neanche la messa all'inferno dantesco di personaggi famosi e personalità potenti nel girone dei sodomiti, ecco quà qualche passo di facile intendimento:
Inf. XV, 106-108
In somma sappi che tutti fur cherci
e litterati grandi e di gran fama,
d'un peccato medesmo al mondo lerci...
Molte altre persone importanti parlano con disprezzo: come Fra Giordano da Rivalto, verso il 1300, esclamava: "Oh, quanti sodomiti vi sono fra i cittadini! Quasi tutti sono dediti al vizio: Firenze è divenuta Sodoma, ed i fiorentini accrescono questo genere di peccato con la usura, con l'odio e con gli assassini". Bernardino da Siena afferma che se ma avesse un figlio lo avrebbe portato via da Firenze per salvarlo dalla sodomia e corruzione, e nel 1427 avvertirà i concittadini che era meno pericoloso mandare in giro le figlie piuttosto che i figli : potevano essere rapiti dai pederasti. Molti padri di famiglia si autodenunciavano, per evitare condanne molto più pesanti, di fare sesso con giovinetti; Uno dei più importanti fu un cugino di Lorenzo dei Medici, Francesco di Lazzaro felicemente sposato ma sessualmente attratto da giovani, almeno sette secondo le cronache e le "tamburazioni" o decunce anonime, però l'accusa decade per rispetto verso il più importante cugino.
Era normale, in quel periodo, per i giovani apprendisti essere sodomizzati, "a partibus posterioribus", dai loro maestri soprattutto per avere un futuro. Non dimentichiamo però che i giovani maschi dovevano adeguarsi ad una società durissima ed ingiusta se volevano arrivare al giorno dopo. E' importante notare che la sodomia non preclude al matrimonio, il "ben fare", ma si può affermare che il maggior numero dei sodomiti verso i trentuno anni si sposavano anche se la discordia all'interno della famiglia era il troppo interesse del marito per i ragazzi.
Una curiosità: molti giovani prostituti sceglievano volontariamente di praticare la sodomia, sia in case private che nei bordelli per soli uomini, ed esercitavano perfino all'interno del Campanile di Giotto e nella Cupola del Duomo, quest'ultima sembra fosse un luogo molto frequentato. Questi due bellissimi monumenti assomigliavano ad un enorme didietro e una gigantesca "verga virile", è una mia congettura e non so il vero motivo della loro preferenza dai "sodomiti"
Con Lorenzo de' Medici la classicità greca torna a splendere e porta con se anche i suoi "difetti" cosi, credo, che la colpa non sia solo della perversione umana ma anche alimentata da una società dove il "vizio nefando" era una consuetudine ed in seguito quasi legalizzato; caro il mio Magnifico hai aperto una voragine, e non solo quello, e le genti fiorentine di sesso maschile ci sono cadute con piacere.
Per chiudere il discorso sul "vizio fiorentino" uso questo brano da "Hermafroditus" (1425-1426) di Antonio Beccadelli detto il "Panormita", grande amico di Cosimo de' Medici: "Tu sei toscano, il membro fa gola alla gente toscana; / e il mio libro, o caro, è un toscanello anch'esso. / Pur tuttavia pretendi che il bischero tagli dal libro, / e tu stesso non giuri / Che, pur tagliata, l'asta suggere non vorrai". Questo piccolo estratto non fa molto onore a noi fiorentini ma, nel periodo di cui parlo, oltre alle grandi opere architettoniche e pittoriche c'erano uomini comuni che con le loro virtù e soprattutto con i loro vizi hanno creato la Firenze che il mondo intero ama.