Il "Principe" sciupa femmine

La storia che oggi vi racconterò è molto divertente e non avrà finali drammatici, meno male aggiungo io. Firenze, come oramai saprete è una città occupata a far sesso o a spiare chi lo fa. E denunciare alla buoncostume dell’epoca. Questa è la Firenze ai tempi dell’autore del “Principe” [1]. Dove con molta disinvoltura si passava dai bordelli alle amanti, dai giovani ragazzini (spesso consenzienti) al “basta che respirano”, non sarà scioccante per voi sapere tutto questo perché vi ho già raccontato, oramai, diverse terribili vicende. Come potrete avere capito si tratta di Niccolò Macchiavelli [2], illustre e potente personaggio legato alla famiglia dei Medici, e per questo molto pericoloso, io sono morto ma la mia famiglia vive ancora a Firenze per questo non parlerò di politica. Voglio raccontare di lui come famoso frequentatore di bordelli e puttane, era un tipo simpatico e piaceva molto a quelle donne ma anche a qualche giovanotto disponibile. Era un tipo molto focoso e tutti lo sapevano, ma più di tutti era Francesco Vettori [3] suo grande amico e anche confidente.

Tutto cominciò quando mio fratello Girolamo mi parlò di una certa Riccia nota prostituta al Canto dei Quattro Pagoni [4], di proprietà di un suo concorrente, Catena, chiamato così per l’uso di una grossa catena per picchiare, chiedendomi di cercare di conoscerla e fare di tutto a convincerla per lavorare nei suoi bordelli. Non è stupido mio fratello, lei era molto “amata” e ricercata da molti estimatori ed avrebbe portato molti soldi a quel bastardo. Adoravo mio fratello, quel grosso bestione con un cervello nato solo per affari disonesti, un grande. Riordiniamo un po’ le idee, secondo mio fratello dovrei andare al Canto dei Pagoni e portare via la Lucrezia il vero nome di Riccia, al suo ruffiano Catena. Forse Girolamo voleva vedermi morto visto che lei era una proprietà molto remunerativa per quel tipo, e lui mi faceva molta paura. Grosso, ottuso e tanto ma tanto cattivo, non parlava molto ma picchiava ed uccideva seppellendo gli ammazzati al di là delle mura senza rimorsi ne pietà… perché non era ancora finito sul carro [5]?

Ho paura, ma vado lo stesso dalla Riccia, speriamo bene, potrei non ritornare più al “buco” … farò di tutto per aiutare quel bastardo di Girolamo. Mi piace aiutarlo, anche perché qualcosa prendo pure io. Mi incammino verso i Pagoni, non è lontano, vado verso Ponte Vecchio, lo attraverso e vado dritto in Borgo di Santa Felicita [6], non mi piace questa zona non la conosco, ma molti conoscono me. Cazzo, mio fratello mi farà uccidere, la sua reputazione mi farà tagliare la gola. Cazzo… Oramai sono arrivato, una piazzetta piena di puttane mi dà il benvenuto e che mi chiamano… ti darò il paradiso… guarda che bella è la mia fica… vuoi popparmi se ti va… sei un bel giovane, il mio culo è tuo… La tentazione è tanta e sento qualcosa che si muove fra le gambe, tremo... Accidenti, devo andare dalla Riccia, con tante troie perché proprio quella… cazzo… accidenti a me e accidenti a mio fratello. Sono davanti all’entrata, indugio un po’ ma entro senza pensarci troppo… Santa Madonna, che posto incredibile, illuminato con tantissime candele e finestre enormi poste in alto, hanno buttato giù il primo piano, fanno entrare molta luce, bello… puttane sulla scala che va verso il nulla, lì ora aspettano chiunque le paghi. Mi piace. Entrato, mi guardo attorno e cerco la Riccia… non la vedo, oh! Cazzo, quel bestione del suo protettore si avvicina, cazzo come è grosso, una sudicia montagna di grasso e tanti muscoli. Cazzo, che fortuna, in quel momento entra messer Machiavelli e vedendo il Catena, lo chiama e lui cambia obbiettivo… che fortuna… salvato dal “Principe”. Meglio uscire ed in gran fretta, la fortuna non tocca due volte nello stesso giorno. Dio Santo, finalmente aria, sono certo di non avere respirato per molto tempo, tremo e non per desiderio sessuale, anche se troppe troie mi vengono incontro… corro… voglio andarmene… vai in culo fratello, se vuoi la puttana mandaci un altro. Torno al “buco”, mi sento bene quando sono li, il mio mondo, le persone che conosco.

Vado da Girolamo, lo cerco, lo trovo, gli mollo un schiaffo e gli racconto tutto, lui mi guarda e scoppia in una risata che, sono certo, mi farà diventare sordo.

- Perché ridi bastardo? Dico io.

- Sapevo che sarebbe finita cosi - disse Girolamo.

- Lo sapevi? Potevo venire ammazzato – rispondo incazzato.

- lo so, fratello, lo so, ma ti avrei vendicato – mi risponde con quella lurida bocca sdentata a causa dall’alcool e droga.

- Bastardo, volevi che lo facesse, vero? e con la scusa di vendicarmi, dopo averlo ucciso, ti saresti preso tutte le sue attività.

- Sei in gamba, fratello – risponde prontamente lui abbracciandomi – ti avrei pianto per molto tempo.

- Vaffanculo figlio di puttana – dico raucamente uscendo dalla sua bettola del cazzo.

Questo è mio fratello, per i suoi affari mi avrebbe fatto uccidere… ma so che mi vuole bene ed avrebbe pianto sinceramente per me… anche se subito dopo sarebbe andato con qualche puttana a drogarsi ed a bere per il successo. Pezzo di merda.

Ho finito, ecco perché conosco la Riccia ma solo il nome, anche se non l'avevo mai vista. Però la vidi qualche tempo dopo, quando il Magistrato la mandò a chiamare per avere avuto una “tamburazione” [7] insieme a Macchiavelli.

Il 27 maggio 1510, un anonimo spione metteva nel “tamburo” un’accusa molto personale contro l’autore del Principe: “Notifichasi a voi, signori Otto, chome Nicholò di messer Bernardo Machiavelli fotte la Lucretia vochata la Riccia nel culo: mandate per lei et troverete la verità”. La Riccia venne assolta il 10 giugno e tutti a Firenze vennero a sapere che il Machiavelli aveva una frequentazione assidua con le troie dei Quattro Pagoni.

Dalle lettere all’amico “compare” Francesco Vettori [3], che a sua volta scrive all’amico a proposito della donna e dei suoi amanti. ... Io haveva andare questa mattina a starmi con la Riccia, et non vi andai”, riferisce per esempio Niccolò il 19 dicembre 1513. Che il Segretario fiorentino avesse dimestichezza con le puttane non è un mistero, come emerge dalla sua produzione letteraria e, appunto, dagli scambi epistolari. Probabilmente si fa riferimento a lui sul verbale di condanna con un’altra prostituta fiorentina, il 26 febbraio 1516: gli Ufficiali dell’Onestà chiamano la donna “Ipolita del Machiavello”, ma questa è un’altra storia.

 

Il Cocomero che fallì Il "nuovo cazzo" e la bagascia

 

[1] Principe, è un trattato di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli nel 1513, nel quale espone le caratteristiche dei principati e dei metodi per mantenerli e conquistarli.

[2] Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) è stato uno storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo italiano.

[3] Francesco Vettori, (Firenze, 1474 – Firenze, 1539) fu ambasciatore della Repubblica fiorentina presso la corte pontificia di Papa Leone X.

[4] Canto dei Quattro Pagoni, Il nome della piazza è ufficiale solo dal maggio del 2005, quando la commissione toponomastica fiorentina, non senza polemiche e campionario di astenuti e contrari, assegnò definitivamente questo nome al luogo che prima si chiamava "Canto ai quattro leoni".

I fiorentini utilizzavano però il nome "Piazza della Passera" da secoli: per alcuni pare che il nome derivasse dalla frequentazione dei bordelli della zona da parte di Cosimo I. Un'altra versione fa risalire il nome a una passerottina morente, invano curata dagli abitanti del luogo e poi morta di quella peste che, nel 1348, si propagò per tutta Firenze. Comunque sia nei dintorni ci sono via dei Velluti, via dei Vellutini... tutte strade dove un tempo c'erano delle tende a coprire gli ingressi di famosi bordelli...

[5] Carro, mezzo con il quale il condannato veniva portato al luogo della sua morte. Perciò quando si diceva: è sul carro, stava a significare che era stato condannato a morte.

[6] Borgo di Santa Felicita, adesso via Guicciardini, prende il nome della chiesa omonima. Qui c’era la casa del Macchiavelli.

[7] Tamburazione, essere tamburati, cioè essere denunciati in maniera anonima ha Magistrati dell’Onestà.