Continuiamo il discorso sul sesso nel medioevo?

"Et mulieres tuscie magis sunt viciate hoc peccato sodomitico ceteris muliribus" (Le donne della Tuscia indulgono più che altri al vizio di questo peccato sodomitico), tuona da Firenze il medico catalano Arnaldo da Villanova, contemporaneo di Dante Alighieri. Questa invettiva era rivolta, soprattutto, a quelle donne che fanno uso di strumenti di piacere, oramai di uso comune tra le mogli di mercanti e fra le novizie dei conventi o da chi fosse abbastanza ricco da comprarli. Oppure, sempre secondo il nostro medico catalano, "temendo di ingravidare non osano accoppiarsi con uomini e si introducono ("in vulvam") un dito o un sacchetto ripieno di seta fatto in forma di verga virile". Esiste anche un attrezzo del piacere molto sofisticato: "hanno un arnese di rame o di ottone fatto in forma di verga virile, concavo nel mezzo e sulla cui sommità è un piccolo foro". Da quel foro, abilmente mosso "in vulvis suis intus et extra" ("nelle loro vulve dentro e fuori"), fanno uscire al momento giusto un liquido di acqua ed aceto, simulando cosi in tutto "una verga virile".

Dopo avere parlato, brevemente, di "attrezzi", concludo con una piccola dissertazione sulla cintura di castità: vorrei sfatare l'uso delle "cinture di castità" o " congegno fiorentino" comefosse una cosa normale nel medioevo, io personalmente non credo che l'uso di questa cintura fosse molto popolare o a buon prezzo. Anzi per quello che conosco, posso affermare che la cintura di castità è usata spesso come espediente per scrivere libri o narrazioni pubbliche e popolari, grottesche e divertenti. Pensate al male che può fare un aggeggio di metallo ricoperto di pelle conciata chissà come, e poi messa sulla pelle di donne ricche o della grande nobiltà. Solo per fare i bisogni corporali sarebbe un impresa degna delle fatiche di Ercole, ma soprattutto alle infezioni per la mancata pulizia. Il marito  mercante al ritorno dalla guerra o da paesi lontani avrebbe trovato, se la disgraziata consorte fosse sopravvissuta, una donna morente. L'esistenza e l'utilizzo della cintura di castità nel medioevo è contestata da molti studiosi e finalmente, dopo tanti anni di falsità, la verità storica verrà trovata.

La cintura di castità viene usata più in epoca moderna per un uso sado-masochistico che nelle epoche precedenti.

Cintura di castità del XV secolo

si compone di una banda in vita ed una fascia pubica (che copre completamente i genitali, in modo da renderli inaccessibili), bloccate insieme. Il materiale utilizzato nelle cinture classiche è solitamente metallico, con un rivestimento, soprattutto interno, di velluto o pelle.