Statua lignea della Maddalena

Il museo è dalla parte opposta all'entrata principale del Duomo. Il museo raccoglie opere d'arte provenienti dal complesso sacro del Duomo di Firenze, Battistero e Campanile di Giotto, con un nucleo importantissimo di statuaria gotica e rinascimentale. Tra le opere più importanti, lavori di Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Nanni di Banco, i rilievi originali della Porta del Paradiso di Ghiberti, la Pietà Bandini di Michelangelo ed una delle più ampie collezioni al mondo di opere di Donatello, seconda solo al Museo nazionale del Bargello.

Dovete vederlo, se venite a Firenze è una tappa obbligata, Il museo ha una vasta quantità di reperti provenienti da tanti siti importanti ed ha tuttavia anche una lunghissima serie di reperti romani utilizzati nella costruzione di templi, sculture e bassorilievi e una vasta collezione di arte sacra (reliquiari, croci, cofanetti, pianete, pastorali).

Ma soprattutto ha una statua lignea, con legno parzialmente dorato (altezza 188 cm), realizzata dallo scultore fiorentino Donatello e datata tra il 1453 e il 1455. Eseguita per il Battistero fiorentino, suscitò scalpore e ammirazione a causa dello scabro realismo.

Disseccata e ascetica, destò non poco la sensibilità dei fiorentini. Già nel 1455 è datata un'altra Maddalena, chiaramente ispirata a quella di Donatello, della bottega di Neri di Bicci (Museo della Collegiata di Empoli), che segna il termine "ante quem" per il completamento dell'opera. Da lì in poi furono numerose le repliche ed imitazioni, che testimoniano la profonda impressione dell'esile e raccapricciante vecchia tra i cittadini. La Maria Maddalena è rappresentata negli anni della vecchiaia, quando pellegrinò incessantemente digiunando nelle foreste nel sud della Francia, come scritto sulla Leggenda Aurea. Già famosa per la sua bellezza, essa venne infine completamente avvolta dai suoi capelli sempre più lunghi. La sua storia era il migliore esempio di redenzione e ascesi ottenuta attraverso il rifiuto del mondo, la mortificazione della carne, il pentimento e la preghiera.

Donatello fece a meno di quasi tutti gli attributi iconografici tradizionali, quali il cranio, la croce, il vasetto di unguenti. L'esile figura è rappresentata in piedi, con una leggera rotazione della testa che permette una pluralità di punti di vista. Il volto è scavato, gli occhi sono infossati nelle orbite, la magrezza rivela i muscoli e tendini a fior di pelle. I lunghissimi capelli, ispidi e appiccicaticci, sono intrecciati intorno ai fianchi a mo' di macabro indumento e rendono il corpo scheletrito una massa informe. Le mani sono quasi giunte, in segno di preghiera, ma non si toccano, come se ella fosse colta nell'atto di iniziare un'umile supplica.

La fisionomia della donna è deturpata e rinsecchita dai lunghi digiuni, dalle privazioni e autofustigazioni. I capelli attorno al volto e le incavature degli occhi disegnano ombre profonde, che evidenziano e incorniciano espressivamente il cranio e il collo rugoso. La bocca dischiusa lascia intravedere la chiostra dei denti; lo sguardo è fisso e attonito, in una angosciata immobilità.

Capolavoro del naturalismo più vero, privo di idealizzazioni, la Maddalena segnò la crisi e il superamento espressionistico del classicismo di cui Donatello era stato il principale rappresentante in gioventù. La negazione della bellezza fisica privilegia vibranti valori drammatici e patetici, arrivando ad essere quasi "spettrale" (Rosenauer parlò di "mummia vivente").

Entrata del museo sul retro della Cattedrale

Entrata museo Opera del Duomo