Vizi di una Firenze poco conosciuta

« Regna cadunt luxu surgunt virtutibus urbes - Cadono i regni per il lusso, per le virtù le città prosperano »
(Scritta posta alla base della statua di Donatello "Giuditta e Oloferne" posta nel cortile di palazzo Medici)

 

Firenze, una città che ogni Nazione vorrebbe avere, per i suoi stupendi palazzi, le vie con nomi importanti ed illustri, i monumenti che ogni anno vengono visitati da milioni di persone, musei pieni di opere indimenticabili ed insostituibili, ma soprattutto, per la fama dei suoi personaggi che hanno creato tutto questo. Perciò parleremo di questi uomini e donne cosi importanti che, oramai, tutti noi li pensiamo e li immaginiamo esseri superiori, immuni da tutto ciò che è la realtà quotidiana. Sinceramente è bello vivere in una città dove sono vissuti questi "Grandi", visitare il loro studio, la loro casa dove sono nati e vissuti, i loro giardini, ed i musei e le strade dove sono ben visibili le loro grandi opere, e sono li a testimoniare il loro lavoro.

Giustamente, questi grandi personaggi, devono essere ricordati per una vita, la loro, dedita alle arti ed al loro sovrumano ingegno ed impegno a proiettare se stessi verso la ricerca della perfezione e, forse, l'immortalità. Io però, mi sono posto una domanda, semplice e forse sciocca: ma questi "grandi personaggi" erano grandi anche al di fuori della loro arte? Erano immuni dai vizi che ogni essere umano porta dentro di se? 

Vorrei poter dire, anche, che Firenze senza la parte "buia e sporca" non avrebbe mai avuto quella parte "luminosa e pulita". Non dimentichiamo che senza i tanti miserabili, con le loro sofferenze e lavori mortalmente sottopagati, questa città non avrebbe i suoi "monumenti" inneggianti l'ingegno umano. Ricordiamo le schiave orientali o circasse che hanno arricchito il sangue fiorentino con i loro figli, generati spesso da stupri anche collettivi, portando una nuova linfa per la nascita di questi geni e le loro invenzioni, oppure i tanti morti  per il taglio di quel marmo che alcuni grandissimi sculturi, Leonardo, Michelangiolo etc... dal quale hanno ricavato capolavori immortali. Ogni tanto pensiamo a queste persone, poveri popolani che hanno vissuto e sono morti e dei quali non conosciamo nemmeno il nome. Anzi qualche nome lo conosciamo attraverso i registri giudiziari della città, come imputati, processati, colpevoli o innocenti e qualche volta puniti con  la morte. Molti di loro sono certamente colpevoli, si colpevoli di non potersi difendere, colpevoli di essere calpestati da tutti, ma soprattutto colpevoli di essere poveri di una povertà che noi, oggi, non riusciremo mai a comprendere. Ricordiamoci anche loro, qualche volta.

L'arte nutre tanta speranza ma spesso nasce dalla disperazione.

Dovrei parlare dei momenti socio - politici vissuti nelle varie epoche, o forse delle gesta di grandi condottieri, conquistatori di terre lontane e mari impetuosi, sarebbe facile ma gli argomenti sono troppo abusati, invece per persone che preferiscono leggere le note a pie' pagina della Storia, preferiscono altre cose. Tutti noi conosciamo la storia, la impariamo a scuola, dalla televisione, dai libri, e cinema. 

Chi scrive, crede che la storia vada letta e commentata, almeno in queste pagine, dalla parte del derelitto, il povero, il vizioso, il brutale assassino, la puttana, il sodomita, lo schiavo e lo schiavista; cioè uomini e  donne destinati, per ignoranza o per povertà, a morire di stenti o per mano di qualche assassino vizioso. Abituatevi all'idea che comincieremo a parlare del "sesso", sia in epoca medioevale che rinascimentale ed oltre. Il sesso che intendo, non è quello piacevole fatto con il proprio/a partner, ma sarà quello mercenario, malato, sadico, aberrante; parleremo di prostitute e prostituti consenzienti e no.

Per avere un'idea di quello che era la realtà in Italia, ma soprattutto a Firenze, basterebbe leggere "Regole della Vita Matrimoniale" di Cherubino da Spoleto, per averne una giusta idea. Questo "trattatello" della metà del quattrocento cerca di spiegare alle coppie come comportarsi una volta sposati. Il nostro scrivano, per insegnare le "giuste" regole deve inoltrarsi nello oscuro labirinto di quelle "sbagliate" e da questo si arguisce cioè che era la normalità. Cherubino, inconsapevole(?), ci racconta con dovizia di particolari anche e non solo i resoconti delle confessioni, soprattutto quelle a sfondo sessuale, ma detta le regole per un matrimonio felice, sempre secondo lui. Questo "tratterello" era molto seguito da religiosi e politici, per questo ne parleremo ancora e lo relazioneremo nella vita quotidiana del suo tempo. Sarà un discorso non troppo lungo e spero interessante, perciò cercherò di riassumerlo in poche e sintetiche pagine.

Vi immergerete in una Firenze sporca e laida e pure viziosa, piena di violenza gratuita, stupri, omicidi, sodomia, puttane, lenoni, sbirri, conventi e chiese violate, pedofilia, omosessualità maschile e femminile, vendita di bambini per soddisfare clienti danarosi, copule con animali domestici, infanticidi, abbandoni di bambini ed altro. Sguazzerete nel marcio di strade buie e malsane, dove donne e uomini vendevano loro stessi ed i loro figli per sopravvivere, l'età media dei bambini venduti andava dai quattro anni ad un massimo di sedici. Troveremo i vecchi e i giovani rampolli di famiglie illustre come i Medici, I Guicciardini, gli Strozzi e tanti altri i quali affittavano le loro case a protettori e le loro schiave, freguentando loro stessi questi posti.

Tutti certamente sapete che la chiesa aveva, in quel periodo storico e un po' anche oggi, condannato con anatemi e maledizioni il sesso al di fuori del matrimonio, creando cosi una società ottusa e repressa. Tutta questa ottusità, scatenò nella gente del Medioevo una forma più "cattiva" quanto più grandi furono le inibizioni e divieti, con l'inevitabile moltiplicarsi di abusi e perversioni.

"Firenze mercatrice - ma che dico - meretrice", soleva dire tuonando Papa Piccolomini, Pio II.

Un esempio su tutti, riportato nei libri degli atti giudiziari conservati nella Bliblioteca Nazionale a Firenze, accade nel XIV secolo: Una bella popolana, in confessione, racconta i sui peccati ed il prete confessore probabilmente eccitato dal racconto, la trascina dietro l'altare e la violenta. La sfortunata, dopo la disavventura, ritorna altre due volte parlando con preti diversi, ma viene violentata anche da questi due. Tornata per la quarta volta, viene arrestata perchè aveva un coltello. In sua difesa lei cerca, invano, di spiegare che il coltello lo aveva portato per difesa personale. Viene imprigionata e multata dagli Ufficiali della Notte. Una delle tante situazioni, documentate con pignoleria e dovizia di particolari, di maltrattamenti nei confronti delle donne. Questa vicenda non è un'accusa alla chiesa, ma solo un esempio di come il costume "sobrio e pudico" era caduto cosi in basso.

Naturalmente nessuno deve pensare che i reati del clero siano i soli a creare una società "sporca", anzi, nella maggioranza dei casi la sporcizia è data dalle Amministrazioni Comunali ed in seguito dalla Signoria e poi in forma ridotta nel periodo Granducale. Firenze perde un terzo della popolazione, oltre a causa della peste, malattie e guerre, anche per leggi assurde e repressive che con gli anni si rivelano distruttive per una giusta coesione fra persone.