"Vizio del Sommo Poeta"

In un periodo cosi tormentato e ben documentato, a Firenze, ci sono le guerre le pestilenze e tante carestie. Oltre a queste terribili situazioni esiste, alla Biblioteca Nazionale, alla Marucelliana ed altri archivi storici sia pubblici che privati, i reati e crimini a sfondo sessuale, spesso aberranti e crudeli, delle genti fiorentine. In questi dettagliati registri vi sono tanti nomi di persone comuni, che l'oblio della storia ha dimenticato, però non nasconde anzi mette in evidenza nomi di persone conosciute, anzi tanto conosciute. Molte persone di "nobile retaggio", lo erano sicuramente per l'epoca nella quale hanno fatto delle "malandrinate"; altre invece erano e sono personaggi cosi importanti che tuttora vengono ricordati con ammirazione e stima, e dei quali siamo orgogliosi, e perchè no, di essere fiorentini e italiani. Non voglio toglier nulla al merito che hanno, anzi, vorrei che venissero considerate persone normali, come tutti noi con le loro debolezze e "vizi", a parte la grandezza del loro essere genio - artista. Non voglio certo avere la presunzione di capire le loro opere ne tanto meno di insegnare a capirle, ma forse potremmo avvicinarsi a capire la persona e in che situazione era la loro vita quotidiana.

I loro drammi ed i loro vizi sono anche i nostri.

Parlerei per primo del più grande Poeta di tutti i tempi, il Sommo Divin Poeta, Dante Alighieri, niente di sconveniente o aberrante, solo un'attività sessuale molto intensa, come scrive il Boccaccio nel "Trattatello" in sua "laude",  all'epoca tutti lo sapevano, ma non per questo era meno rispettato. Vi interessa leggere un piccolo estratto dal lavoro del Boccaccio?

Tra cotanta virtù, tra cotanta scienzia quanta dimostrato è di sopra essere stata in questo mirifico poeta, trovo amplissimo luogo la lussuria, e non solamente ne' giovani anni, ma ancora ne' maturi. Il quale vizio, come che naturale e comune e quasi necessario sia, nel vero nonchè nel commendare, ma scusare non si può degnamente. Ma chi sarà tra'  mortali giusto giudice a condennarlo? Non io. Oh, poca fermezza, oh bestiale appetito degli uomini, che cosa possono le femine in noi, s'elle vogliono, che, eziandio non volendo, possono gran cose?

Questo ritratto non convenzionale di Dante Alighieri, apre nuovi orizzonti e lo rende più umano e meno paludato di come lo conosciamo. Una modesta considerazione, forse presunzione, da parte mia, scusatemi: solo un peccatore pratico e non un teorico del sesso, poteva scrivere alcuni brani celestiali e rendere fama imperitura a le forti sensazioni e vibrazioni fisiche di Paolo e Francesca. Un uomo senza peccato poteva scendere all'inferno e cantare l'infinita purezza di Beatrice? Solo un amante delle donne in carne ed ossa poteva conoscere i loro vizi terreni e cantare a loro lodi in maniera celestiale. Dante era un uomo della sua realtà, sempre in conflitto fra la morale del suo tempo e la voglia di trasgredire. Dante era un donnaiolo, nessun male ne viene, e questo lo rende un uomo indegno di essere considerato e ricordato come, in imperitura memoria, un grande poeta? Ad ognuno di voi la propria risposta, io la mia la conosco.

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La Badia Fiorentina, luogo di incontro di Dante con Beatrice