Femmine Mondane, 1300... seconda parte
Nel 1476 la peste a Firenze riappare con tutte le sue contagianti problematiche, infezioni, contagio e morte; cosi due anni dopo viene promulgata una legge che, con la minaccia della forca, impone a ruffiani, papponi e prostitute di allontanarsi dalla città. La paura della morte, darà una svolta moralizzatrice, e farà tornare i mariti ad accoppiarsi con le proprie mogli e, approfittando di una serie di eventi e circostanze favorevoli, viene vista come una buona possibilità per dare stabilità allo stato. A causa di un calo dell'espandersi dell'epidemia, la popolazione incrementò e tutto sembrò tornare alla "normalità". Fu un periodo dove il Savonarola comincerà a tuonare invettive contro le donne, e le stesse sentono la vocazione non solo di diventare puttane ma anche suore, "nefandi eventus".
Il rione la che va dalla chiesa Di San Piero Scheraggio a quella di Santo Stefano al Ponte (ora al loro posto c'è la Galleria degli Uffizi), è un luogo veramente malfamato, qui c'è la Torre dei Sassetti, nella quale si prostituiva anche BaldraccaJacopo Saltarelli che mise in seri problemi Leonardo da Vinci, era situata in via Sassetti forse dove ora c'è il numero 4.
Altre case chiuse vengono aperte sulle antiche terme romane e cosi nasce soprattutto il famigerato chiasso della Bombarda, fra via delle Terme e via Santi Apostoli. A poca distanza dal chiasso della Bombarda c'è quello del Parione, ne citerò altri di questi posti famosi per la prostituzione e gioco d'azzardo, il vicolo del Chiasso, della Vacca e del Porco (all'interno del "Postribulus Magnus"), poi ci sono quelle di Chiassolino e Oche, nella via omonima, delle Bertucce, nei pressi dell'attuale Corso, della Malvagia (vicino a San Cristofano "dirimpetto al chiasso"), di Panico (fra il Corso e via Dante Alighieri), di Vinegia (la strada omonima dietro Palazzo Vecchio), del Buco (tutt'ora collega via Lambertesca e Piazza Saltarelli), poi quelle di Santa Maria Novella, di Borgo la Noce, via di San Gallo, via Guelfa, del Canto di Monteloro (tra via Alfani e Borgo Pinti), la taverna di Santa Chiara, all'angolo di via Panicale eppoi il famoso albergo del Guanto, nel popolo di Santo Stefano al Ponte (la zona dell'attuale Por Santa Maria) poi attraversando il ponte c'è la cella "dei quattro Lioni" (al canto tra via Toscanella e via Dei Velluti) e quelle in Santo Spirito.
Tutti questi posti sopracitati e deputati al meretricio, con una Delibera del 1502, sono fatti sgomberare dalle "male femmine" e come sempre accade il problema si sposterà altrove. Scacciate dal Parione, le prostitute e i loro papponi, si stabiliscono "in Palazzuolo" fra Ognissanti e il Prato, ed occuperanno via della Scala, via dei Fossi, via Nuova, ora via del Porcellana, via del Trebbio.
Altre, invece, si traferiranno in "Gualfonda" (la zona che oggi si chiama via Valfonda), in via Faenza, in via Guelfa in via San Gallo ed ovviamente tutte zone intorno o vicine alla basilica di San Lorenzo.
Da qui le ritroviamo verso via della Pergola, via Fiesolana, nel rione di Sant'Ambrogio e in via dei Pentolini (l'odierna via sei Macci), questa via porta in altro centro principale del "commercio carnale", il quartiere di Santa Croce dove nelle vicinanze, in via del Giardino (ora via dell'ulivo), c'è un grande e il più famoso bordello pubblico.
Le "donne mondane" prendono casa in Borgo Allegri, via San Cristofano, via delle Pinzochere, Corso dei Tintori e più in su via San Remigio. Una grande concentrazione di puttane è in via delle Burella e via della Vigna Vecchia, che dal carcere delle Stinche arriverà fino al Bargello. Firenze viene invasa da tutto questo perchè mercato renderà bene, e conteranno poi sulla protezione di potenti personaggi pubblici e non, perciò tutti i tentativi di allontanamento erano spesso inutili. Tornavano sempre o forse mai se ne andavano del tutto.
Ghibellina, via canto dei Preti, via dell'Acqua, via del Gomito d'Oro (poi via Gomitolo dell'Oro) Loggia dei Rucellai, Canto ai Quattro Leoni, via della Rosa, Borgo Tegolaio, via del Ronco e canto al Pino, canto alla Briga.
L'elenco dei posti dove le puttane era uso lavorare sono molti e per correttezza ne citerò altri senza suddividerli in zone: Via del Fico, via Maffia, via dell'Albero, via del Crocifisso, chiasso degli Armati, viaDato il capillare infiltrarsi di queste donne non c'è da stupirsi che alcuni posti, fin dal Medioevo, sono rimasti famosi anche negli anni 70 dell'epoca moderna. Alcuni vicoli o strade che sbucano in strade più importanti, su richiesta di sani ed onesti cittadini, i quali non volendo mescolarsi con le passeggiatrici, faranno richiesta per chiudere con pareti di legno le strade (pagati una parte dai richiedenti e l'altra con un sussidio del Granduca) per evitare che le "male femmine" non lavorassero troppo vicine a costoro, si può dire che esse vennero "confinate", e diventerà una specie di esilio a tempo anche per quelle donne accusate di adulterio e condannate, anche se non puttane.
Nota bene: i bordelli pubblici come quello del Giardino, via dell'Ulivo, e dei Quattro Pagoni hanno al loro interno osterie, botteghe e "scuole di ballo", verranno date in appalto "al suono di tromba alli più offerenti", e si potranno dare "se non in tempo di sanità, e quando cessa il sospetto di Peste, e mali contagiosi". E' importante sapere che le "male femmine" che lavorano in questi luoghi non potranno uscire ammenochè non avranno un permesso scritto, la cui mancanza porta a pene molto severe. Ovviamente la minaccia di pene severe non è certo un deterrente, le puttane cambieranno spesso casa e luogo, come dire "una infinita foglia di fico sui piccoli mondi dell'oscenità".
Un gran numero di prostitute, che lavorano fuori dai luoghi deputati, dovranno pagare le tasse. Per avere il "bullettino", che le autorizzi alla professione e girare per la città di notte, dovranno pagare agli Ufficiali dell'Onestà il costo dello stesso. Quelle non in regola devono guardarsi le spalle dalle ronde degli sbirri, i "salta" o "salti", perche salterannono addosso a chi non sarà in regola e saranno portate in prigione.
Molte donne maritate chiederanno il bullettino per esercitare il meritricio, ma soprattutto, per scappare dal marito che le obbligava a prostituirsi in casa propria. Gli ufficiali dell'Onestà stabiliscono le tariffe a seconda della donna che sia cortigiana o da strada, come vestiva o dove esercita, e vengono anche chiamati a risolvere questioni fra cliente e prostituta (mercede carnale) oppure prostituta e pappone. Insomma per dirla tutta lo Stato si prende una bella fetta dei loro guadagni e diventa cosi un protettore che non fa bene il suo mestiere, visto che le donne continueranno a morire per mano dei loro ruffiani o dei loro clienti.
Una volta l'anno le prostitute sono obbligate ad andare in Santa Maria del Fiore, il Duomo, in occasione della Quaresima e della Pasqua, rigorosamente a porte chiuse, e sentire la predica nel nome di Maddalena, la santa prostituta redenta da Gesù e patrona delle meretrici. L'inosservanza di questa funzione obbligatoria è punita severamente.
Alla puttana di professione non è permesso nessun rapporto sentimentale, un pò per colpa dei protettori ed un pò per le malattie che fatalmente le porterà, spesso, ad una morte orribile ed a un invecchiamento precoce e malato.
In un libro dei conti di un ferrovecchio vi è trascritta una copia di una poesia di autore ignoto:
"A puttana non portare amore.../ femmina lusinghiera è traditrice / ella non tama come ella dice.../ Femina vana di molto s'inbarda, / nolla amare, anzi te ne guarda. / Lassala andare, che nel fuoco arda", una testimonianza di un cliente che si innamorò di una puttana? nessuno lo sa, ma una cosa è certa: finiti i soldi finito amore.
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