Il "nuovo cazzo" [1] e la vecchia bagascia.
La zona vecchia, la odio… ma dove altro avrei potuto andare!!! Quando si nasce qui non hai possibilità di scappare… io ci ho provato e ci sono riuscito per qualche tempo, poi sono tornato, si - ma sul “carro”. Le strade ed i vicoli non sono mai silenziose nemmeno durante la notte. La notte è pericolosa, infida e sporca, urla, gemiti e non solo di piacere. Al buco il piacere è malsano, sporco… tutto dura un attimo… solo con la brutalità e violenza il piacere viene soddisfatto e dura più a lungo… è tutto così malsano, le persone sono malsane, anzi tutti noi lo siamo. Al Frascato[2] la vita è piena di violenza, nessuno ride, nessuno piange… mai un sorriso, mai un saluto sincero, mai una buona azione… tanta gente spaventata, terrorizzata, insomma ostile… poco spazio tanta paura, è brutto vivere così. Però in mezzo a tanta crudeltà noi fiorentini riuscivamo a trovare il momento giusto di fare degli scherzi, qualche volta crudeli fino all’estremo, altre volte bonari e divertenti. Tirare palle di stracci dentro i negozi di oggetti fragili, questo era anche il mio gioco preferito, fino a quando gli “Otto di guardia” [3] non lo proibirono.
Parlando di scherzi, mi fa ricordare un fatto accaduto nell’anno 1509 e come protagonista è stato il Segretario Macchiavelli [4], niente di pericoloso per nessuno escludendo forse la poca dignità di questo gran signore… un idiota. Quando era eccitato sessualmente niente lo tratteneva, non riusciva a tenere il suo uccello dentro i calzoni ed ogni buco andava bene. La vita è un buco, si nasce da un buco, si mangia da un buco e si finisce dentro un buco [5] … questa è la vita, prendere o lasciare. Io ho preso quando ho potuto come fanno tutti.
Per ritornare agli scherzi, questo che seguirà sarà molto divertente, sono certo che vi piacerà.
Un gruppo di amici del Segretario capitanati da Luigi Guicciardini [6], suo grande amico forse l’unico, decise di giocare uno scherzo maliziosamente cattivo… troppo divertente se ci ripenso.
Per organizzare lo scherzo, il Guicciardini insieme agli amici prese contatto con il Catena del rione Baldracca [7], che oltre ad essere tenutario del bordello i Quattro Pagoni preferito dal Segretario, era anche il padrone della puttana preferita dal Segretario e naturalmente il suo usuale ritrovo, e cosi si misero d’accordo. Povero Niccolò cosi intelligente ma cosi coglione quando si trattava di donne o meglio dire di sesso. Tornato da un giro di controllo in Toscana, il Segretario, voleva solo andare in una casa di piacere e dimenticare la fatica del polveroso e non troppo sicuro viaggio durato ben 14 giorni. Come al solito andò dalla puttana Riccia, la quale si dedicava a lui con passione e sincerità almeno fino a quando decise di partecipare allo scherzo.
L’incontro è stato procurato da un’altra vecchia e laida, una ruffiana, madre del Catena che “sta in una casa che è più di meza sotterra, né vi si vede lume se non per l’uscio”. L’autore del “Principe” si accomodò in una stanza del bordello ed aspettò l’arrivo della puttana che si sarebbe offerta in una stanza semibuia.
- Il segretario: “...rimasto solo con lei (perché la vecchia si uscì subito di casa et serrò l’uscio), e senza dire una parola si mise sul pagliericcio ed aspettò."
- La fotte’ un colpo; et benché io le trovassi le coscie vize et la fica umida et che le putissi un poco el fiato, nondimeno, tanta era la disperata foia che io havevo che la n’ando - continuò il Macchiavelli a raccontare.
- Et facto che io l’hebbi, venendomi pure voglia di vedere questa mercatanzia – continuava a raccontare ridendo il Segretario - tolsi un tizone di fuoco d’un focolare che v’era et accesi una lucerna che vi era sopra; né prima el lume fu apreso che ‘l lume fu per cascarmi di mano.
- Omè! fu’ per cadere in terra morto, tanta era bructa quella femina – secondo le chiacchiere emerse era veramente brutta, una bruttezza data dall’età e dalla vita di perversione che ha fatto, morì anni dopo a causa di febbri misteriosi.
Sono certo che avrebbe preferito la Riccia la sua bella puttana del bordello i Quattro Pagoni.
Nella realtà storica Niccolò incontrò la vecchia bagascia, la cui bocca “somigliava quella di Lorenzo de’ Medici, ma era torta da un lato e da quello n’usciva un poco di bava, ché per non havere denti non poteva ritenere la sciliva [saliva]” nel veronese, probabilmente per un viaggio per ragioni di stato e l’accaduto lo raccontò lui stesso a Luigi Guicciardini tramite una lettera datata 8 dicembre del 1509
Il "Principe" puttaniere. | continua la prossima volta |
[1] Nuovo cazzo, in questo caso significa “bel minchione” agg. pop. Stupido, credulone. In fiorentino: Coglione. Sei un coglione, frase normale nelle conversazioni con un vero fiorentino.
[2] Frascato, zona Mercato Vecchio, il nome deriva dalla piazza e questa è dirimpetto a Via de’ Succhiellinai, ha l’origine in via dell’Arcivescovado all’angolo della Volta dei Pecori, si introduce a destra al Mercato Vecchio mentre a sinistra in via della Nave, quindi passa da Via delle Ceste da San Tommaso. Questa piazza era nell’attuale Piazza dell’Olio dietro il Palazzo dell’Arcivescovado.
[3] Otto di guardia e balia, erano un'antica magistratura fiorentina che attendeva agli affari criminali e di polizia della Repubblica di Firenze prima e del granducato poi. Otto di guardia fu istituito tra il 2 e il 4 settembre 1378.
[4] Niccolò Macchiavelli, (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) è stato uno storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo italiano.
[5] La vita è un buco, si nasce da un buco, si mangia da un buco e si finisce dentro un buco… scherzosa citazione presa da un film di Umberto Lenzi del 1975: “il giustiziere sfida la città” con Tomas Miliam. Spero vogliate scusarmi.
[6] Luigi Guicciardini, uomo politico fiorentino (1478-1551), si trovò a essere gonfaloniere (1527) al momento della cacciata dei Medici. Rimasto a loro fedele.
[7] Baldracca, una delle zone di Firenze dedite interamente alla prostituzione, da via della Ninna fino ai Lungarni dove ci sono adesso gli Uffizi compresa Via Castellani.