Il vecchio padrone e la serva disposta a tutto
Questa volta vorrei raccontarvi di mia sorella Marietta, almeno uno dei tanti episodi da lei vissuti dopo un’infanzia non troppo facile e molto malata, lei venne colpita da una terribile malattia fin da bambina, la “scrofola” [1]. Non ho molti episodi di lei quando ero un piccolo bimbo, a parte le cattiverie ed i soprusi che ho subito da lei quando nessuno la vedeva. Lei, Marietta, era nata da un altro padre otto o nove o dieci, boh, anni prima… non so quanti anni aveva quando sono nato, il padre o forse sarebbe meglio chiamarlo “bombardino” [2], non desiderando avere un a donna gravida, nostra madre, a causa del suo lavoro, faceva la puttana, la scacciò con mia sorella non ancora nata.
Ma non parliamo della donna che sarebbe diventata mia madre ma di Marietta che tutti chiameranno “la scrofa”. Meglio andare per ordine, non sono un grande pensatore ne narratore e colui che scrive per me si sta arrabbiando. Quando mia madre era all’ospedale, oltre ad essere incinta, era stata anche picchiata da mio padre, voleva farla abortire, e perciò, come conseguenza di questi fatti, i miei fratelli rimasero soli e non sapendo come fare per vivere, fecero quello che fanno tutti lì al “buco”: sopravvivere ad ogni costo.
I miei due fratelli maschi, Girolamo e Piero, essendo più grandi di qualche anno della sorella, cominciarono a rubacchiare in qualche negozio di vivande o osterie… meno male che erano veloci a fuggire o potevano passare molti guai. Quello che rubavano lo consumavano loro e non davano niente alla sorella, o almeno mai prima di essersi riempiti le proprie pance… la vita al buco era terribile… nessuno aiutava nessuno… i bambini vivevano di carità, li aspettava la “ruota” [3] all’Orfanotrofio degli Innocenti, oppure venivano gettati nel “luogo di decenza” [4] o peggio venivano dati in pasto ai maiali.
Mia sorella, meno male per lei, era già troppo grande per finire della fogna o ai maiali, cosi non gli rimase altro che arrangiarsi. L’unico modo per una ragazzina era trovare qualcuno che la prendesse come serva o per altro. Ancora non era deturpata dalla “scrofola”, e da quello che mi dissero anni dopo, Marietta era una piacente giovane ragazzina, sarebbe piaciuta a qualche schifoso, che l'avrebbe sicuramente violata, se non si fosse ammalata. Però il destino non si accanì contro di lei, almeno per un po’. Riuscì a trovare un lavoro onesto con persone “dabbene”, e cioè come serva, in zona Parione [5], in casa di un certo Piero di Bartolommeo Giannotti, proprio di fronte alla casa abitata tanti anni prima dal Petrarca. Il palazzo era molto bello e tenuto pulito da i servi comandati da un'altra serva, Giovanna, la quale era ben vista dal suo padrone, che era vecchio e viveva solo.
La moglie era morta anni prima ed i figli, una volta cresciuti e sposati erano andati via di casa, lasciando solo il vecchio Piero. La serva, che aveva accudito la moglie nella malattia, era oramai a tutti gli effetti la nuova padrona di casa. Quando Marietta andò a lavorare li, capì che fra quei due non c’era solo un rapporto padrone – serva, ma qualcosa di più. A mia sorella non importava, mangiava, beveva e dormiva su una branda tanto comoda e pulita quanto il pagliericcio, al buco, era scomodo e sporco. La serva Giovanna era buona, anche se ogni tanto qualche schiaffo volava, a causa della poca educazione e delle cattive maniere di mia sorella. Però col tempo le cose si calmarono fino al punto che, almeno ogni tanto, il padrone dava gli avanzi del cibo a Marietta che lei, prontamente, portava ai fratelli, me compreso, era di animo gentile quando non aveva fame.
Dovete sapere che, anche per imparare a conoscere nostra madre, il cibo che Marietta ci portava, ce lo dava di nascosto per evitare che la mamma, lo prendesse per rivenderlo poi alla locanda “del Buco”. Il tempo passava, io crescevo con difficoltà dato il posto in cui vivevo, i miei fratelli invece, avevano seguito strade diverse; Girolamo era diventato un violento capobanda, ladro e ubriacone, invece Piero per i suoi modi troppo gentili, cominciò a frequentare l’osteria del Buco, ritrovo per “poppatori e buggeroni” [6] perciò lascio a voi, miei pazienti lettori, ed alla vostra immaginazione, ciò che faceva.
Un brutto giorno il padrone, si accorse di Marietta… no, no, no, non è come pensate voi, non si accorse di lei come ragazza giovane, ma di quanto era diventata brutta, anzi mostruosa, a causa della scrofola. Il suo viso ingrossato, il suo mento che si stava muovendo verso il naso e questo verso la fronte, con le narici che diventavano sempre più ampie… insomma assomigliava sempre di più ad una scrofa [7]. Il vecchio padrone si spaventava quando la incontrava, irritato, la chiamava…MOSTRO. Non riesco ad immaginare come si sentiva la mia povera sorella. Giovanna la serva di animo gentile, per non farla mandare via la costrinse a stare in lavanderia, lontano dai luoghi abituali che il padrone freguentava.
Non servirono a nulla queste precauzioni. Padron Piero non voleva sotto lo stesso tetto una persona che considerava portatrice di sfortuna. Una mattina, lui, chiamò Giovanna e la costrinse a mandare via Marietta. Alla notizia del licenziamento, mia sorella cominciò ad avere scatti di violenza e divenne più cattiva e maligna di quello che era, e diventando sempre più ostile nei confronti dei maschi e anche verso di me, prendendomi a pedate e bastonate, se non ero veloce a scansarmi quando mi incontrava, lì al buco.
Meno male che, una sera conobbe Sandrina, una famosa meretrice, ella abitava in via delle Pappe [8], e da questo incontro Marietta cambiò decisamente la sua vita, ma questa è un’altra storia che presto racconterò. Dopo essere stata mandata via dal suo padrone, Piero, e dalla sua serva Giovanna, mia sorella decise di “tamburarli”, insomma li denunciò come peccatori in maniera anonima, vivevano insieme nel peccato, in maniera anonima, all’Otto di Guardia e di Balia [9]. Io non l’ho mai approvata per avere agito così anche se era arrabbiata, nel nostro vicolo è meglio che nessuno sappia cosa ha fatto, la gente sparisce per molto meno. Io con difficoltà sono riuscito a procurarmi il rapporto giudiziario, e lessi a malapena, con soddisfazione che le indagini non portarono mai al nome di chi lo aveva denunciato.
Questo scritto dal cancelliere del tribunale di Firenze che li ha giudicati:
Giugno 1499. “Notificasi… come Piero di Bartolommeo Giannotti, sta in Parione… si tiene una femmina in casa, bella che ha il nome Giovanna; la quale ha detto ad una persona, isconosciuta, che Piero è vecchio e non gli si rizza, se prima non glielo mette nel culo”. Le indagini hanno riportato che la detta Giovanna accetta tutto pensando all’eredità. “hami promesso – si è confidata con la sopra riporta isconosciuta – mi lascerà tanto che io potrà sempre vivere, e io gli lascio fare quello che lui vuole” [10]. Questa è stata la prima ed ultima volta che Marietta denunciò qualcuno ai maledetti Otto, in fondo mia sorella era solo una persona alla quale era stato tolto qualcosa di bello. Credo che, per la prima volta, lei soffrì così tanto che perse il controllo. Povera sorella, cattiva e crudele, ma ho imparato ad amarti anche quando era troppo tardi e tu mi hai visto andare sul “carro”. Quella è stata la prima volta che ho capito… ho capito che non sarei andato via solo… qualcuno avrebbe pianto per me. Tu…
Giugno 1499. “Notificasi… come Piero di Bartolommeo Giannotti, sta in Parione… si tiene una femmina in casa, bella che ha il nome Giovanna; la quale ha detto ad una persona, isconosciuta, che Piero è vecchio e non gli si rizza, se prima non glielo mette nel culo”. Le indagini hanno riportato che la detta Giovanna accetta tutto pensando all’eredità. “hami promesso – si è confidata con la sopra riporta isconosciuta – mi lascerà tanto che io potrà sempre vivere, e io gli lascio fare quello che lui vuole” [10]. Questa è stata la prima ed ultima volta che Marietta denunciò qualcuno ai maledetti Otto, in fondo mia sorella era solo una persona alla quale era stato tolto qualcosa di bello. Credo che, per la prima volta, lei soffrì così tanto che perse il controllo. Povera sorella, cattiva e crudele, ma ho imparato ad amarti anche quando era troppo tardi e tu mi hai visto andare sul “carro”. Quella è stata la prima volta che ho capito… ho capito che non sarei andato via solo… qualcuno avrebbe pianto per me. Tu…
hoc est fabula...
Ovviamente la serva Giovanna e il Padrone Piero non vengono denunciati da Marietta, essendo quest’ultima un personaggio da me inventato. Nessuno conosce il finale della storia fra Piero e Giovanna, i documenti non lo riportano, perciò tutto rimane aperto. Decidete voi come finisce o avreste voluto che finisse, prendete come base la vostra sensibilità. |
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[1] Scrofolosi o Scrofola, la maggior diffusione della scrofolosi o scrofola si è avuta in Europa (Francia ed Inghilterra) tra il X ed il XVII secolo, quando si credeva che potesse essere guarita dal "tocco" di un nobile, e conferisce ai malati (soprattutto i bambini malnutriti e in cattive condizioni igieniche) l'aspetto tipico di un suino (facies scrofola).
[2] Bombardino, in vernacolo fiorentino e significa: sfruttatore di donne, magnaccia, ruffiano
[3] La Ruota o Rota degli Esposti era un meccanismo girevole di forma cilindrica, di solito costruito in legno, diviso in due parti chiuse per protezione da uno sportello: una verso l'interno ed un'altra verso l'esterno che, permettesse di collocare, senza essere visti dall'interno, gli esposti, i neonati abbandonati. Facendo girare la ruota, la parte con l'infante veniva immessa nell'interno dove, aperto lo sportello si poteva prendere il neonato per dargli le prime cure (Wikipedia).
[4] Luogo di Decenza, gabinetto o cesso nella pubblica via, protetto da un gabbiotto di legno con un buco dove le persone espletavano i loro bisogni corporali. Questi posti venivano anche usati, troppo spesso, per gettare i bambini nati morti o non desiderati. Le donne colpevoli di questo reato, se trovate, venivano punite con la morte.
[5] Via del Parione, muove dalla Piazza di Santa Trinita, attraversa via del Parioncino, sbocca nella Vigna Nuova ove fa capo a via De’ Federighi. Nuovo Stradario della città di Firenze, 1838
[6] Buggerone e Poppatore, chiamati anche così i sodomiti, ovvero gli omosessuali, nel periodo di cui racconto le storie.
[7] Scrofa, la femmina del maiale o più raramente troia, il maschio invece si chiama verro. Nel tempo del racconto era comune che questi animali fossero allevati in città, in orti privati per essere poi macellati
[8] Via delle Pappe, ha origine agli angoli delle vie Buia e dell’Orivolo, e termina nella Piazza di Santa Maria Nuova (ospedale). Nuovo Stradario della città di Firenze, 1838. Questa strada adiacente al Campanile di Giotto non esiste più.
[9] Otto di Guardia o di Balia o anche i Signori Otto, erano un'antica magistratura fiorentina che attendeva agli affari criminali e di polizia della Repubblica di Firenze prima e del granducato poi.
[10] Resoconto delle indagini tratte dai Registri dell’Onestà, conservati all’ Archivio di Stato di Firenze in Piazza Beccaria.