Un po' di storia (3) "16 secolo in poi"

La crisi della società mercantile e borghese del quattrocento e della cultura rinascimentale ebbe a Firenze il nome tragico e fascinoso d'un frate predicatore e utopistico riformatore, Girolamo Savonarola, degno avversario del magnifico Lorenzo de' Medici. Nel 1492 era morto nel proprio letto a Careggi, Lorenzo, "ago della bilancia politica italiana", nel 1498 era stato impiccato ed arso il Savonarola, "anima della repubblica fiorentina": Firenze, come tutta l'Italia, si trovò fra due grandi contendenti Francesco I di Francia e Filippo V di Spagna. In una ultima fiammata di fierezza repubblicana, Firenze cedette stremata all'esercito imperiale, che l'assediava nel 1529. L'antica colonia romana dal nome augurale Florentia si poteva dire giunta a perfetta fioritura, come si può vedere dal dipinto del Vasari, nella sala di Clemente VII,in Palazzo Vecchio. Di lì innanzi la sua corolla sarebbe diventata più morbida e vellutata, più opulenta e succosa, più espansa e distesa, se non proprio spampanata e sfiorita.

La perfezione, toccata dai "divini" Leonardo, Michelangiolo e Raffaello, i cui capolavori venivano considerati modelli da porsi, come ebbe a dire il Vasari, quale "regola di bellezza invalicabile".

 

Lorenzo de' Medici
Lorenzo de' Medici ritratto da Agnolo Bronzino

 

Sorsero a Firenze i primi esempi di quelle Accademie, che dovevano poi diffondersi in tutto il mondo civile. Accademie, le quali presupponevano una certa perfezione linguistica, codificata dall'Accademia della Crusca, e nell'arte insegnata dall'Accademia delle Arti del disegno, cioè dell'architetture, scultura e pittura. 

Protagonisti di questa opulenta e insieme tormentata stagione furono i cosiddetti "manieristi", come Bartolomeo della Porta, Andrea del Sarto, il Pontormo, Angelo bronzino, il Rosso Fiorentino, che portò in Francia la nuova arte fiorentina. Nella scultura si andava, dai diretti aiuti di Michelangiolo, Giannangiolo da Montorsoli, Vincenzo de' Rossi, Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini e al quasi prebarocco Giambologna, mentre nell'architettua si affermavano altri scultori, come Bartolomeo Ammannati, Francesco da Sangallo, Iacopo Sansovino, o pittori come Giorgio Vasari, o "meccanici" come Bernardo Buontalenti, detto "delle girandole", perchè esperto in fuochi d'artificio. 

Il governo granducale provvedeva per tutti con la burocrazia, che aveva la sua maggiore espressione artistica nel grandioso palazzo degli Uffizi, disegnato da Giorgio Vasari, per volere del Granduca, e primo sovrintendente ai monumenti fiorentini; con lui la città si ornava di monumenti, fontane e statue equestri. Anche il ricostruito Ponte Santa Trinita, fra il mercantile Ponte Vecchio e il rude Ponte alla Carraia, veniva ideato da Michelangiolo ed eseguito dall'Ammannati con la plastica eleganza di un ponte d'onore, e per questo ornato in seguito da bianche statue marmoree. 

Gli antichi artigiani e mercanti, stanchi del quotidiano lavoro, aspettavano le feste annuali, come quelle del Calendimaggio e di San Giovanni, rappresentavano soste di riposo per gli uomini (naturalmente prima veniva la prostituzione) e giorni di svago per le donne (se non erano prostitute con mariti consenzienti), sempre intente alle pesanti cure domestiche. 

Nella nuova società nobiliare erano possibili invece ozi dignitosi della vita rustica, dello studio e della musica. Sorsero per questo i nuovi teatri, per la Commedia musicale, primo fra tutti il celebre Teatro della Pergola, che fu modello a tutti i nuovi teatri del mondo, con la sua pianta a ferro di cavallo e i vari ordini di parchi sovrapposti. Fu allora che gli orti distesi, dove il tessuto urbano non li toccava, divennero giardini sperimentali, come quello dei Semplici.

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