Senza meta, ricordando

09.10.2013 12:38

 

Un'altra mattinata a camminare per un percorso che è solo nella mia mente, e sta un angolo che non conosco, e mi porterà, come sempre, dove vuole. Stamani i miei piedi mi hanno portato in Piazza Santa Croce, la meravigliosa piazza dove è situata una stupenda chiesa di francescana memoria. In quanti sanno che i francescani, appena stabiliti qui, hanno aiutato i poveri a creare l'industria dei conciatori? Basta vedere i nomi di alcune strade. Bene, comincio a muovermi, prima però prima mi siedo su una panchina e ammiro quella chiesa, dove da ragazzo ho passato tanto tempo a giocare con amici del rione, e con quel santo di Fra' leone, morto in Africa come missionario. Mi vengono in mente alcuni versi "Dei Sepolcri": "All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?" , è strano però ogni volta che passo di qui ricordo Foscolo (per lui la chiesa era importante per le famose sepolture) e mi rattristo: "Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna". Su su, continuiamo la mia girata senza meta, attraverso la piazza ed entro in via De' Benci e qui vedo tante cose che mi ricordano la mia infanzia: un negozio di elettricità, angolo Borgo di Greci, ora un bar; di fronte c'è un bel palazzo con le "panche di via" in pietra dove mi mettevo a sedere e guardavo costruire cornici in un laboratorio interrato; quanta polvere di legno usciva di là e che odori strani, colle soprattutto, che ogni persona passando li sniffava. Sto troppo a pensare al mio passato ma invecchiando si ricorda meglio, specialmente se il presente non è molto esaltante; cosi accellero i passi e mi trovo al bar le Colonnine, non so se ancora si chiama cosi, da ragazzo mi fermavo li a vedere giocare a biliardo, quelli bravi... uno di quelli era il mio maestro delle elementari, mi ricorderò sempre il suo nome, Giovanni Ardito, un esempio di vita. In questa via ci sono dei bellissimi palazzi, si potrebbe parlarne a lungo ma rischio di diventare prolisso, perciò arrivo sul Ponte alle Grazie, e qui mi fermo per tornare indietro con la memoria sui tanti libri letti riguardo al ponte, quante storie ed avvenimenti; lo attraverso, giro a destra e vado verso via dei Bardi. Sulla sinistra c'è un giardino, una chiesa anglicana, credo, poi vedo un palazzo stupendo, ci hanno fatto un bar con smercio di primi primi, "caro arrabbiato mi dico" li mi sembrano troppo snob, ma quanto si mangia a Firenze, vero? ogni pochi metri c'è un finto luogo di ristoro fiorentino. Meglio non pensarci altrimenti la prossima volta che passo di qui ci trovo un mini market. maledetti politici. Lungarno Torrigiani è bello, pieno di palazzi bellissimi, in uno di questi, ma Dio mi fulmini non ricordo quale, un milione di anni fa c'era un nigth club, il "River(?)", davanti all'entrata vedevo arrivare sempre macchine con donnine molto poco vestite, ero un ragazzino e vedere gambe nude di belle(?) donne mi eccitava. Finalmente arrivo, piano piano, in Piazza Santa Maria Soprarno dove era situata una antica chiesa (1181 - 1869) con la sua bella storia d'amore, e qui a sinistra vedo Costa dei Magnoli che più in su incrocia Costa San Giorgio, qui c'è la casa di Galileo Galilei e dopo qualche metro, non pochi, si arriva al Forte Belvedere. Io però sono ancora all'angolo di via De' Bardi, è solo la mia mente che va per la sua strada e ricorda, cosi continuo a guardare indeciso cul cosa fare o meglio dove andare; vedo la "rampa delle Coste" essa è una vecchia scalinata che mi porterebbe in Costa San Giorgio, le salgo imbocco via del Canneto e giro a destra, arrivo in Piazza Santa Felicita, senza accento perchè è un nome di una santa. Suggerisco di entrare, è bellissima e piena di oggetti meravigliosi da vedere, almeno una volta usciti, col cuore ancora pieno di meraviglia, eviterete di pensare e soprattutto vedere gli orrendi tavolini che infestano una piazza bella e dove, sembra, ci sono ancora sepolti i corpi di antichi cristiani, i quali arrivavano stremati dall'oriente per morire qui. Invece ora servono pizza, non buona, oppure un alimentari che distribuisce panini collosi, buon appetito se vi riesce. E naturalmente il solito "barroccino" di orrende cose, false, fiorentine. Con passo ultra veloce vado verso il Ponte Vecchio, è meglio, altrimenti mi tocca guardare due negozi di pelle fiorentina, che di fiorentino ha molto poco, ed un' altra brutta pizzeria probabilmente con pizza cattiva.

Meglio vedere l'oro luccicante dei negozi su Ponte Vecchio e non quegli orrendi negozi appena passati, che oramai infestano la mia città. L'oro vil metallo su cui è basata l'economia mondiale, questo però è oro lavorato, non è tutta lavorazione fiorentina e non so da dove arrivi ma sono sempre belle cose, peccato che i commessi adesso sono di varia nazionalità. Con passo rallentato, per guardare i negozi, provo ad attraversare il ponte, intravedo con difficoltà la statua in onore a Benvenuto Cellini dai troppi noiosi e beceri turisti e pochi loro capiscono ciò che vedono. Il busto del grande orafo venne restaurato con i soldi di un giapponese invece che con quelli dei negozi del ponte. Mah, sono poveri anche loro, probabilmente denunciano redditi minori di un lavorante extracomunitario illegale, poverelli, la prossima volta che passiamo di là daremo un pò di elemosina. Una volta passato l'Arno giro a destra, mi soffermo e guardo con nostalgia, Piazzetta del Pesce, li c'era il bar che, quando ero un ragazzino, aveva, secondo i fiorentini, il gelato più "bono" di Firenze. Mi risveglio dai mie tristi e malinconici pensieri e mi incammino sotto la Loggia degli Archibusieri. Proseguo per questo Lungarno, tenendo l'Arno sulla destra. Vedo i soliti personaggi che infestano il passaggio e cercano di venderti paccottiglia, che nemmeno la nettezza urbana prenderebbe, ma trovano sempre qualche idiota che li compra; il mondo è bello perchè è vario, o no? A sinistra vedo il portico dove le belle colonne ti invitano ad andare verso l'entrata degli Uffizi, altri barrocci che vendono la solita roba e disturbano pure il passaggio. Io però evito tutto e mi incammino verso piazza dei Giudici, qui c'è il Museo della Scienza ovviamente da vedere, e qui il lungarno cambia nome e diventa Generale Diaz, che nome assurdamente fuori luogo; arrivo al Ponte alle Grazie e giro a sinistra, e ritorno verso Piazza Santa Croce, l'inizio e la fine della mia passeggiata ed un giorno lo sarà anche per la mia vita, sempre tratteggiata da troppi ed inopportuni pensieri malinconici.

La vecchiaia mi ucciderà, meglio la gioventù, peccato che io l'abbia avuta appena nato.