Il macellaio furfante, detto Picchiero

Dal medioevo alla metà del '800 a Firenze facevano la ronda dei personaggi duri e spietati e venivano chiamati "birri". Questi birri non avevano delle caserme dove stazionare ma l'Arione, a Lastra a Signa vicino a Firenze esiste ancora una strada chiamata cosi, con una piccola e buia stanzetta dove ci mettevano i prigionieri e che la gente aveva chiamato "carbonaia", uno era in Piazza Santa Maria Novella, dove ora ci sono le ambulanze ed un altro in Borgo Tegolaio, di là d'Arno. Se invece dovevano arrestare qualche soggetto pericoloso andavano quelli del Bargello i più cattivi, ed ognuno dei componenti della squadra era munito di bastone; il capo-scuadra, invece, una canna da zucchero molto flessibile, chiamo "schiocco". Secondo Giuseppe Conti, scrittore del 800: "facevan più due birri che dieci carabinieri".
Però malgrado la loro bravura e coraggio i birri non ebbero vita facile con un famoso attaccabriche del '700, un certo Bartellone in arte Picchiero di occupazione macellaio, al quale piaceva aggredire le persone e scatenare risse anche in pieno giorno. Veniva spesso ricercato ma se riusciva a scappare si nascondeva fuori città; un giorno commise un errore, rimase in città. Una squadra di birri lo andò a prendere, o almeno ci provò. Il duro Bartellone si ribellò all'arresto, schivando con agilità le bastonate e cominciò a correre. 
La corsa attraversò la città, ma sentendosi perduto si rifugiò in una casa, primo errore, che forse conosceva, e cominciò a salire le scale fino al tetto, secondo errore; qui venne raggiuno da un birro tutto muscoli e cattiveria, cominciarono a lottare. La lotta è stata furibonda e violenta, talmente furiosa che caddero abbracciati dal tetto, fortuna che la casa era bassa, nessuno si fece male seriamente ma il fuggitivo venne preso, bastonato, processato e condannato alle carceri di Volterra, e qui terminò la sua carriera di violento e rissaiolo.
Questa è un'altra storia della Firenze vecchia.
 
 
 
 
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